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mercoledì 9 marzo 2011
Dopo l'infarto arriva l'insonnia
LEGAME CUORE-CERVELLO
Dopo l'infarto arriva l'insonnia
Spesso si aggiunge anche la depressione: uno studio chiarisce le cause dell'insorgenza di questi disturbi
I danni dell'infarto non si limitano al cuore. Pure il cervello ne risente: una ricerca pubblicata sulla rivista ha appena dimostrato con esperimenti nell'animale che dopo un attacco cardiaco si perdono alcuni neuroni delle strutture profonde del cervello, e questo può portare a insonnia e perfino a depressione.
ESPERIMENTO - Lo studio è stato condotto da Roger Godbout e i suoi collaboratori del Dipartimento di Psichiatria dell'ospedale del Sacro Cuore di Montreal, in Canada, su 28 ratti. I ricercatori hanno indotto un infarto su alcuni di loro occludendo un'arteria coronarica, poi ne hanno valutato il sonno per due settimane. Infine, sono andati a "contare" i neuroni di alcune aree del cervello correlate al sonno e all'umore. Il primo risultato è l'arrivo dell'insonnia dopo l'infarto: come accade nell'uomo, nei giorni successivi all'attacco cardiaco i ratti avevano difficoltà ad addormentarsi e i periodi di sonno REM (o sonno paradosso, in cui l'attività cerebrale è intensa, i movimenti oculari veloci e i sogni vividi, mentre il corpo è completamente rilassato) tendevano a essere meno frequenti e più brevi. Molto sembrerebbe dipendere dalla perdita dei neuroni che rilasciano acetilcolina, un neurotrasmettitore cerebrale, in alcune zone profonde del cervello. Questi neuroni, stando ai risultati ottenuti negli animali, si "suiciderebbero" con un processo chiamato apoptosi, una specie di auto-distruzione controllata che le cellule mettono in atto quando sono danneggiate. Nello specifico, i canadesi hanno verificato che all'infarto si associa il rilascio di sostanze infiammatorie che arrivano a danneggiare il cervello, proprio nelle aree dove si controlla il sonno REM.
NELL'UOMO - L'insonnia dopo l'infarto è frequente, però finora nessuno aveva saputo spiegare perché se non tirando in ballo lo stress del post-infarto e le sue ripercussioni negative sul riposo. I dati dei canadesi sembrano gettare un po' di luce sul tema: «Esiste una spiegazione fisiologica all'insonnia del dopo infarto: dipende dalla morte di neuroni che svolgono un ruolo cruciale nella regolazione del sonno», dice Godbout. In particolare, sarebbero le cellule che controllano il prezioso sonno REM a risentire maggiormente dell'infarto cardiaco: per questo, proprio questa fase del sonno finirebbe per essere danneggiata irrimediabilmente. «Il sonno REM è un periodo cruciale del riposo perché serve ad attivare il sistema limbico, un'area che regola l'integrazione e l'elaborazione delle nostre emozioni - spiega Godbout -. Se queste funzioni vengono alterate, il rischio di depressione aumenta. La depressione si manifesta spesso nel post-infarto, così come l'insonnia: questi dati ne spiegano le basi biologiche». Il sonno disturbato è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, così come la depressione: il rischio è che si crei un circolo vizioso in cui l'insonnia compromette la ripresa dopo l'attacco cardiaco, con recidive e ulteriori guai cardiaci che poi peggiorano di nuovo umore e sonno. «Pertanto, è opportuno intervenire prima possibile per risolvere la depressione o l'insonnia che compaiono dopo l'infarto. Ancora meglio sarebbe riuscire a prevenirle, con interventi comportamentali adeguati», conclude Godbout.
A presto Blogger Markus e il gruppo Belli&sani
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