venerdì 29 luglio 2011

Perdere ore di sonno danneggia la memoria


Perdere troppe ore di sonno provoca danni alla memoria ed alla capacità di apprendimento.
La recente scoperta riguarda come la privazione da sonno colpisce l'apprendimento e la memoria spaziale nel tempo.



La perdita di sonno colpisce sopratutto una zona del cervello chiamata ippocampo, che è particolarmente importante per la memorizzazione di luoghi e posizioni.
"Adattare costantemente i ricordi alle mutevoli condizioni è essenziale per gestire le variazioni regolari di un ambiente, come ad esempio il tragitto da un nuovo posto di lavoro a casa". E' stato scoperto che il cervello può temporaneamente compensare gli effetti da perdita del sonno modificando i meccanismi di apprendimento alternativi in altre aree.
Il gruppo di ricerca dell'Università di Gronigen ha addestrato gruppi di topi in attività spaziali utilizzando stimoli ambientali. Dopo l'allenamento quotidiano i topi sono stati privati del sonno per cinque ore, una fase ritenuta critica per il consolidamento della memoria.
Inizialmente i ricercatori non hanno osservato alcun effetto evidente causato dalla perdita di sonno. Ma dopo qualche tempo, soprattutto durante il cambiamento dell'allenamento, la performance dei topi è diminuita in modo significativo.
I  risultati  hanno confermato che la privazione del sonno colpisce l'ippocampo e l'apprendimento spaziale, ma ancora non è chiaro perchè alcune aree del cervello siano più sensibili alla perdita del sonno rispetto ad altre. Lo  studio ha dimostrato però che non c'è bisogno di perdere troppo sonno per diminuire la memoria. Se avviene nella fase del consolidamento, una perdita di sonno, seppur breve, potrebbe essere sufficiente a causare dei deficit abbastanza seri.
 
Per conciliare il sonno e favorire un riposo notturno ottimale ci può aiutare il Niteworks. La sua combinazione di ingredienti brevettata dal Premio Nobel Dr. Louis Ignarro,  stimola la produzione di ossido nitrico,  la molecola più significativa del nostro corpo, assolutamente cruciale per il nostro benessere. Rendendo elastiche le pareti delle nostre vene, l’ossido nitrico influenza le funzioni di praticamente ogni organo del nostro corpo compreso il cervello. L’ossido nitrico infatti è fondamentale per le funzioni  di  memoria , dato che il cervello lo usa per immagazzinare e recuperare la memoria a lungo termine, così come per la trasmissione di informazioni. In altre parole può avere anche un ruolo fondamentale nella prevenzione di malattie come il morbo di Alzhaimer.

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Problemi di insonnia? Durante la notte tendete a non dormire in maniera continuativa e a svegliarvi spesso? Be’, questo potrebbe avere effetti sulla vostra capacità di immagazzinare ricordi.
Che il sonno sia un fenomeno importante da monitorare è cosa nota. Ma è anche un fenomeno estremamente complesso da analizzare, perché è molto difficile considerare un solo parametro visto che ci sono molte variabili in ballo. Per cercare di individuare una correlazione fra l’interruzione del sonno e la perdita di memoria (o più semplicemente problemi a ricordare eventi a breve termine), un gruppo di ricercatori dello Howard Hughes Medical Institute ha utilizzato una tecnica optogenetica (un scienza emergente, che combina tecniche ottiche e genetiche di rilevazione, allo scopo di sondare circuiti neuronali all’interno di cervelli intatti di mammiferi e di altri animali). Sono stati utilizzati come cavie dei topi da laboratorio; con marcatori optogenetici sono stati “segnati” dei neuroni che hanno un ruolo chiave nei processi di eccitazione. Poi, questi neuroni sono stati attivati periodicamente, in modo da interrompere il sonno delle cavie. Dopodiché si è valutata l’attitudine delle cavie a “imparare” e ricordare quel che si era imparato.
Ebbene, i dati pubblicati da Proceedings of the National Academy of Sciences dimostrano chiaramente che il sonno interrotto peggiora le capacità di memorizzazione fino al 72%. In sostanza, un’unità minima di sonno ininterrotto è fondamentale per i ricordi.
Ciò significa che, se vi capita spesso di dimenticarvi cose che fanno parte della vostra quotidianità, c’è la possibilità (ovviamente non esclusiva) che ciò dipenda dal fatto che dormiate male.

Buon sonno e a presto da Blogger Markus e da Belliesani.it



 
martedì 26 luglio 2011

Antiossidanti: alleati del benessere


Più giovani, meglio protetti dalle aggressioni di virus e batteri, in buona salute: queste sono le promesse degli antiossidanti, sostanze in parte già presenti nel nostro organismo o da introdurre attraverso una corretta alimentazione. Vediamo che cosa sono questi preziosi elementi, qual è la loro funzione e dove li possiamo trovare. La dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas, risponde alle domande di Elena Viola

Che cosa sono gli antiossidanti e qual è la loro funzione?

Gli antiossidanti sono sostanze che contrastano, nel nostro organismo, le reazioni chimiche provocate da svariate molecole, fra cui l’ossigeno, responsabili della formazione dei radicali liberi.

I radicali liberi sono sostanze chimiche altamente instabili molto dannose per l’organismo in quanto possono accelerare i processi di invecchiamento cellulare, attivare processi infiammatori, avere effetti cancerogeni, favorire l'arteriosclerosi e il decadimento del sistema immunitario.
Gli antiossidanti sono in grado di fermare le reazioni a catena innescate dal processo di ossidazione, contrastando efficacemente la formazione e l'azione dei radicali liberi. Per questo motivo gli antiossidanti sono anche chiamati antiradicali liberi”.

Quali sono le sostanze antiossidanti e dove si trovano?

Sono antiossidanti – risponde la dottoressa Pastore – alcune vitamine, in particolare i carotenoidi (beta carotene), precursori della vitamina A, la vitamina C, la vitamina E, le vitamine del gruppo B, alcuni minerali, fra cui il manganese, il molibdeno, il rame, il selenio, lo zinco, alcune sostanze definite vitamino-simili come il coenzima Q10, i pigmenti vegetali come i flavonoidi e la clorofilla. Tutti questi composti devono essere introdotti con gli alimenti della dieta, poiché sono sostanze essenziali che l’organismo non è in grado di prodursi da solo.
Altri antiossidanti sono invece già presenti nell’organismo, ad esempio gli estrogeni, la bilirubina, alcuni enzimi e alcune molecole come la transferrina, la ferritina e l’albumina”.

Qual è il ruolo dell’alimentazione nell’assunzione degli antiossidanti?

“L’alimentazione – sottolinea la dottoressa Pastore – è fondamentale per assicurare all’organismo sostanze antiossidanti. L’importante è variare le scelte e non escludere a priori, se non per motivi di salute, determinate categorie di alimenti, perché ognuna contiene sostanze protettive.


E’ vero che il vino contiene antiossidanti?

“Sì – risponde la dottoressa Pastore – è vero che il vino può avere effetti protettivi nei confronti dei radicali liberi in quanto contiene antiossidanti, fra cui il resveratrolo, contenuti nelle bucce dell’uva e altri che si formano durante la fermentazione. Va ricordato però che tale effetto è molto più elevato nel vino rosso rispetto a quello bianco e che l’utilità protettiva si manifesta già con un bicchiere di vino rosso. Pertanto non è assolutamente utile inserirlo nella dieta quotidiana se non c’è già l’abitudine a berlo. Se invece rientra nelle abitudini ricordiamo che è sufficiente un bicchiere a pasto!!”.

In quali casi è utile introdurre nella dieta alimenti ricchi di antiossidanti?

“Molte condizioni – spiega la dottoressa Pastore – possono promuovere un’accelerazione nella formazione di radicali liberi tali, a volte, da superare le difese antiossidanti dell’organismo stesso. Tra le cause ambientali è importante ricordare l’esposizione prolungata ai raggi solari e il persistente inquinamento atmosferico. Tra le cause comportamentali il fumo, l’eccesso di alcol (tale da superare le capacità di smaltimento del fegato), ma anche diete squilibrate con eccessi calorici che possono predisporre all’obesità e a un eccesso di grassi nel sangue oppure che comportano carenze di vitamine e minerali e così via”.

Blogger Markus e belliesani.it vi augurano una buona giornata.
giovedì 21 luglio 2011

Bicicletta, salutare e di stagione: benifici tanti, pericoli minimi



Economica, divertente, sana ed ecologica, rappresenta il miglior modo per godersi la bella stagione. Un’attività fisica che gli italiani, seppure con qualche anno di ritardo rispetto ad altri Paesi, cominciano ad apprezzare



La bicicletta, economica, divertente, sana ed ecologica, rappresenta il miglior modo per godersi la bella stagione. Un’attività fisica che gli italiani, seppure con qualche anno di ritardo rispetto ad altri Paesi, cominciano ad apprezzare seriamente. Tant’è che mentre il calcio, da sempre in testa alla classifica degli sport più praticati, deve cedere lo scettro alle varie attività da palestra che raccolgono oltre il 30% di appassionati, il ciclismo anno dopo anno acquista fans, posizionandosi saldamente in quarta posizione alle spalle degli sport acquatici. Le varie traversie, cui periodicamente il mondo delle due ruote d’alto livello va incontro, non hanno toccato minimamente il desiderio di mantenersi in forma dei quasi due milioni di connazionali che, grazie ad una attività fisica realmente democratica, in quanto non fa distinzioni né di sesso, né di età, né di portafoglio, offre moltissimi benefici e praticamente quasi zero svantaggi.

BENEFICI — Pedalare é un esercizio di tipo aerobico che, protraendosi nel tempo con un carico di lavoro moderato e costante, allena il sistema cardiovascolare, tonifica la muscolatura e migliora la capacità respiratoria. Entrando nel dettaglio, saranno soprattutto i muscoli della parte inferiore del corpo a lavorare maggiormente, ma con minore impatto sulle articolazioni rispetto al camminare e correre, infatti, è parte integrante della rieducazione funzionale post intervento alle ginocchia, alle anche e alle caviglie. Il cuore, con un’attività regolare e costante, aumenta la propria massa e quindi migliora la sua funzione di pompa, ottimizzando il consumo di ossigeno attraverso un numero di battiti inferiore a quello normale. In pratica, a parità di intensità dell’esercizio, lavora sempre di meno. Inoltre, pedalando si combattono i più pericolosi fattori di rischio cardiovascolare: si perde peso, si migliora il metabolismo degli zuccheri e dei grassi, si riducono i valori della pressione arteriosa e il colesterolo ‘cattivo’ (LDL) in favore di quello buono (HDL). Viene agevolata la circolazione periferica, prevenendo gonfiori e trombosi venose.

RISCHI E CONTROINDICAZIONI — Si possono contare sulle dita di una mano, e tutti sono in qualche modo collegati a disturbi o patologie preesistenti. Per esempio, se soffrite di varici evitate i percorsi in salita, che comportano una forte spinta sui pedali. Se avete problemi alla prostata, utilizzate selle imbottite e sagomate con un’apertura al centro. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la posizione curva che si assume pedalando non ha controindicazioni per la salute della schiena, piuttosto per quella del ginocchio. Ma è sufficiente regolare correttamente l'altezza della sella per evitare che il ginocchio compia uno sforzo eccessivo e rischi un'infiammazione da sovraccarico. Dedicatevi, invece, ad altro solo se soffrite di ernia del disco o di lombo-sciatalgia, specie se in fase acuta. I rischi maggiori per il ciclista amatoriale sono i traumi causati da incidenti stradali, e la parte del corpo più esposta è la testa. Studi e ricerche hanno ampiamente dimostrato che basta un casco per ridurre di molto le probabilità di rimanere feriti in modo grave.

IN BICI SI STA COSI' — Prima di cominciare a pedalare dovete innanzitutto adattare le parti della bici regolabili (sella e manubrio su tutte) alla vostra altezza e corporatura, in modo da garantirvi la postura fisiologicamente più corretta e confortevole possibile. Le misure della vostra bicicletta dovranno essere quindi il frutto del compromesso tra ricerca dell'efficienza e quella della comodità. L’altezza della sella deve essere proporzionata alle vostre misure.

LA SELLA — Possiede due regolazioni, una di inclinazione in avanti ed una longitudinale. In genere, la posizione più comoda è quella orizzontale rispetto al suolo: se la punta è troppo alta potreste, infatti, sentire fastidio nella regione perineale, se troppo bassa tenderete a scivolare in avanti, rischiando di provocare dolori a spalle e braccia. Longitudinalmente avrete assunto la posizione corretta se, una volta saliti in bici e agganciati i pedali, la protuberanza sotto alla rotula del ginocchio più avanzato si trova allineata sulla verticale dell'asse del pedale o comunque nelle sue vicinanze. Per quanto riguarda l’altezza dal suolo, l'errore più frequente è quello di tenere la sella troppo bassa, rischiando di innescare possibili patologie a carico delle ginocchia. Se, invece, pedalando, non potete fare a meno di muovere le anche, significa che, al contrario, è troppo alta. L’ideale è sistemarla ad una altezza tale in cui i fianchi restano fermi ed il ginocchio è leggermente piegato quando il pedale si trova nella posizione più bassa. Fate attenzione a non alzare mai il canotto reggisella lasciando visibile la tacca che segnala il limite massimo.

IL MANUBRIO — Per quanto riguarda il manubrio, ci sono due elementi da tenere in considerazione: altezza e distanza dalla sella. La posizione innalzata è più comoda e permette una migliore visuale, ma perderete qualcosa in salita e fuori sella, mentre più schiacciata è più aerodinamica e potente. L'attacco standard di 10 cm potrebbe essere un buon punto di partenza: una volta seduti in sella con i pedali agganciati e con il manubrio impugnato nella sua parte diritta, i vostri gomiti dovranno essere ancora piegati e il manubrio dovrebbe apparirvi poco davanti al mozzo anteriore.

PEDALARE IN MODO CORRETTO — Regolata l’impostazione della bicicletta, assumete una posizione non rigida con le braccia leggermente flesse. Per mantenere in ogni situazione un buon controllo della bici dovete frenare con al massimo una o due dita (indice o indice e medio). La pedalata dovrà essere rotonda e continua. Evitate, se siete alle prime esperienze, di pedalare ad un ritmo troppo basso, utilizzando marce eccessivamente alte, quelle che in pratica consentono di fare molti metri con una sola pedalata.

QUALE BICI SCEGLIERE — C’è solo l’imbarazzo della scelta. Sul mercato esistono, infatti, una miriade di modelli, ognuno con caratteristiche e costi differenti. Per scegliere quello giusto, prima dell’acquisto, dobbiamo avere chiaro in mente che cosa vogliamo fare. A seconda della risposta potrete orientarvi tra City bike, la due ruote ideale per chi si muove velocemente tra le vie cittadine; bici da corsa, fatta per raggiungere alte velocità su strade asfaltate; mountain bike, adatta a chi ama pedalare in mezzo alla natura, su strade sterrate, scoscese e ripidi pendii.

PRINCIPIANTI ALLENATEVI COSI' — Le esercitazioni sulla bici non dovrebbero durare meno di 40-50 minuti, ma è consigliabile cercare di restare in bici per almeno 90 o 120 minuti. Si deve iniziare con un'intensità tale che la frequenza cardiaca rimanga intorno al 60% della massima teorica per l'età (220 - età = X). Dopo alcune settimane l'intensità del lavoro potrà essere incrementata fino a raggiungere progressivamente il 70-80%. Ovviamente, la seduta di allenamento dovrà prevedere una parte iniziale dedicata al riscaldamento e una parte finale al defaticamento. Preferibile utilizzare una bicicletta dotata di cambio, così da poter affrontare le salite senza difficoltà. E’ bene uscire in bicicletta almeno 3 o 4 volte alla settimana. La continuità e costanza sono molto più importanti dell’intensità e durata. Attenzione a non esagerare: è inutile fare troppi chilometri, in un paio d’ore di pedalata intensa si possono percorrere tranquillamente una quarantina di chilometri, non di più. La bicicletta deve essere sempre piacere e divertimento!

Blogger Markus e belliesani.it vi augurano una bella pedalata!

articolo di Mabel Bocchi, gazzetta.it
martedì 19 luglio 2011

Dieta: consigli e miti da sfatare
. Saltare i pasti non fa dimagrire



Saltare i pasti non fa dimagrire: tutto quello che dovete sapere per non commettere errori al momento di scegliere cosa comprare al supermercato e come alimentarvi.




Dieta, i miti da sfatare. “Abbassa la pressione”. “Scioglie la cellulite”. “Riduce il colesterolo”. “Fa perdere peso”. “Difende il cuore”. Messaggi a cui difficilmente si riesce a resistere. Andiamo al supermercato e li troviamo dappertutto. Accendiamo la televisione ed eccoli ad ogni ora del giorno e della notte, promossi da accreditati testimonial ad indicarci come sgonfiarci, come fare più pipì, come assumere più calcio... il tutto ovviamente con zero calorie! Veri e propri specchietti per le allodole che ci strizzano l’occhio dagli scaffali degli yogurt, dei dolciumi, delle bibite e persino dei salumi, delle paste e delle insalate. Insomma, è sufficiente prenderli ed infilarli nel carrello, oltre che pagarli abbondantemente alla cassa, per prevenire e curare quasi tutti i disturbi di noi poveri mortali. E’ nata quella che ormai viene definita "nutraceutica", una visione medicamentale dell'alimentazione, composta dall’abile miscela di cibo e medicina che crea prodotti con caratteristiche miste, metà farmaci metà alimenti. Peccato che però non sempre, ma molto spesso, la scienza con questi miracolosi prodotti non c’entri proprio niente. Per l’esattezza, secondo l'Efsa (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) quattro volte su cinque ciò che è scritto sulle etichette non corrisponde a realtà. E allora? Salvaguardiamoci, come d’altronde, con differenti iniziative, sta facendo l’Unione Europea. Come? Innanzitutto informandoci, non facendoci abbagliare da pubblicità più o meno mistificatorie, rivalutando l’alimentazione tradizionale.
Herbalife invece risponde coni suoi prodotti alle legge sull'etichettatura, cioè tutto quello scritto sull'etichetta è contenuto nei prodotti, e poi c'è FEDERSALUS che controlla che tutto venga rispettato.

DIETA, DOMANDE E RISPOSTE: ZUCCHERO O MIELE?
— Le differenza tra questi due dolcificanti è molto sottile; il miele, in virtù del suo contenuto vitaminico e minerale è sicuramente un alimento migliore dello zucchero anche se molte volte gli vengono attribuite proprietà che non possiede. Il miele, inoltre, ha un potere dolcificante superiore, e ciò consente di impiegarne quantità inferiori rispetto allo zucchero da cucina. Ha anche un contenuto calorico più basso (304 Kcal per 100 grammi contro le 392 dello zucchero tradizionale e le 362 dello zucchero di canna) perché più ricco di acqua. Nonostante ciò un cucchiaino di miele fornisce più calorie e carboidrati rispetto ad un cucchiaino di zucchero, a causa del suo maggior peso specifico.
La mia esperienza mi dice che un cucchiaino di zuccherò nel caffè non rappresenta un grande problema, a meno che i caffè nella giornata non siano tanti.

UNA PILLOLA MI FARÀ PERDERE CHILI? — Le cosiddette pillole "blocca-grassi" sono costituite, quando va bene, da una combinazione di ingredienti ad alto contenuto di fibre, vitamine e minerali, combinazione che non é stata ancora provata scientificamente essere in grado di bloccare l'assorbimento di grassi. Nella migliore delle ipotesi, queste pillole sono uno spreco di soldi, come affermato da Erica Ilton, R.D., un'esperta di nutrizione di New York. E poiché questi prodotti non sono regolamentati da precise norme, potrebbero persino essere pericolosi per la salute. Come d’altronde confermato da un recente studio di Swissmedic, istituto svizzero per gli agenti terapeutici, che, dopo avere analizzato in laboratorio 122 campioni di "pillole dimagranti" che vanno per la maggiore su internet, ha constatato che in 9 casi su 10 contengono sostanze dannose. Come la sibutramina, ritirata dal mercato più di un anno fa in tutto il mondo, il rimonabant, un prodotto che agisce su vari aspetti del metabolismo, ma che non dà luogo ad alcun beneficio terapeutico. Inoltre, la ricerca ha svelato che un terzo delle confezioni, pur se dichiarate come puramente vegetali, contenevano eccipienti chimici.
Ecco perchè Herbalife da 31 anni vende integratori naturali e conformi alle leggi dei 76 stati in cui è presente, altrimenti li avrebbero ritirati.

ESISTONO FORMAGGI MAGRI? — In realtà non esistono formaggi magri: i fiocchi di latte o la ricotta, prodotti a partire dal siero e non dal grasso del latte, ed i formaggi light, privati di parte del grasso, contengono l’11-13% di grassi, almeno il doppio rispetto a un piatto di pesce o di carne. I formaggi freschi (mozzarella, stracchino, crescenza) hanno circa il 20% di grassi. E con i formaggi stagionati (grana, parmigiano, taleggio, gorgonzola), la quota di grasso arriva anche al 35%. Ma quello che conta è la quantità, più che la percentuale di grassi sempre abbastanza elevata. Sarebbe bene non superare i 30-50 g di formaggio al giorno.

SE SALTO I PASTI DIMAGRISCO? — Assolutamente no. Bisogna mangiare di certo tre volte al giorno, meglio anche quattro o cinque. La spiegazione è semplice: ogni volta che introduciamo degli alimenti, viene secreta l'insulina che ne favorisce l'assimilazione nell'organismo. Questa secrezione è minore nel caso di una piccola quantità assorbita rispetto a una maggiore. Ecco perché, a parità di calorie, se ne bruciano di più moltiplicando i pasti. I ricercatori della Mayo Clinic hanno, inoltre, scoperto che le persone che mangiano 5/6 volte al giorno hanno il colesterolo totale e l'LDL più bassi del 5% rispetto alle persone che mangiano 1/2 volte al giorno.
Ecco perchè Herbalife insiste sui 5 pasti giornalieri proteici, come minimo, perchè è importante dare i nutrienti al nostro corpo ogni 3/4 ore in modo che vengano assimilati nel miglior modo.

Blogger Markus

continua
giovedì 14 luglio 2011

Salute e peperoncino


A differenza del pepe, che notoriamente non fa molto bene alla salute, il peperoncino ha molte proprietà benefiche.

- Favorisce la secrezione di succhi gastrici e la digestione; in alcune regioni del sud viene preparato un infuso digestivo a base di camomilla, peperoncino e miele da offrire ai commensali dopo un abbondante pasto
- Aiuta i postumi di una sbornia; in questo caso verrà preparato un infuso a base di assenzio e tintura madre di peperoncino.
- Ha ottime proprietà di vasodilatatore e anticolesterolo, in più aiuta i capillari a rimanere elastici e permette l’ossigenazione del sangue.
- In caso di artriti e reumatismi, il peperoncino fatto macerare nell’alcool e poi usato come impacco sulle parti doloranti, aiuta ad alleviare il dolore.
- È un potente anti-cancro perché possiede vitamina C che rafforza le difese immunologiche contro le degenerazioni tumorali.
- La medicina ayurvedica e quella Cinese sostengono che il peperoncino sia un ottimo rimedio contro depressione e inappetenza perché stimola lo spirito e il sangue
- Ha poteri decongestionanti e antinfiammatori, quindi andrebbe usato in caso di laringiti raucedini e tossi.
- Il peperoncino previene infarti e malattie cardiovascolari e un uso costante abbassa il colesterolo, e rafforza arterie e cuore; questo perché il suo seme possiede molti acidi insaturi che puliscono i vasi sanguigni
- Essendo ricco di vitamina E, considerata la vitamina della fecondità e della potenza sessuale, il peperoncino è un ottimo afrodisiaco.

Il peperoncino lo troviamo anche nel nostro integratore Cell Active! Il pepe di Cayenna infatti, contiene olio di capsaicina, l’ingrediente piccante del peperoncino, ritenuto in grado di contribuire ad un miglior assorbimento e assimilazione dei nutrienti da parte dell’organismo e che può avere inoltre un effetto termogenico.
L’uso di Cell Active nel corso della giornata può garantire all’organismo il giusto sostegno nella produzione di riserve di energia ed aiuta ad ottimizzare l’utilizzo dei nutrienti essenziali ; un vero campione! Ogni cellula del corpo è come un minuscolo laboratorio chimico che deve svolgere due compiti principali: produrre energia ed usarla per svolgere le sue funzioni specifiche, che si tratti di una cellula cerebrale, epatica, polmonare, etc. Senza un regolare apporto di micronutrienti essenziali, la produzione di energia a livello cellulare può essere compromesso. A causa di una dieta inadeguata, di difficoltà digestive o di elevati livelli di stress, l’organismo può non ricevere la quantità necessaria di questi nutrienti. Come conseguenza le singole cellule si trovano a disporre di una minore quantità di energia che non è più sufficiente a garantire un’adeguata funzionalità. Cell Active è un integratore nutrizionale che fornisce tre vitamine del gruppo B che svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di numerosi enzimi che governano il metabolismo cellulare. Cell Active, usato al bisogno, reintegra i livelli delle vitamine B1, B2, B6 e contribuisce alla conservazione delle normali condizioni di salute. Le erbe, i vegetali, le vitamine B e i minerali contenuti in Cell Active fungono da “assistenti” poiché aiutano l’organismo a sfruttare al meglio i nutrienti essenziali che si trovano nel cibo.
Se usato con regolarità vi farà sentire di ottimo umore e pieni di energia.
martedì 12 luglio 2011

Caldo oltre i 35 gradi: i consigli per la salute

Milano, 11 luglio 2011



Penultima giornata da bollino rosso, con temperature elevatissime e umidità a mille, prima della tregua del maestrale. Il Ministero della Salute offre suggerimenti per evitare malanni

Penultima giornata da bollino rosso, con temperature ampiamente al di sopra dei 35° e umidità a mille. Poi arriverà il maestrale a dare un po’ di tregua, ma non dobbiamo illuderci, le ondate di calore non si sono esaurite, almeno a detta della Protezione Civile. D’altronde l’estate è appena iniziata, e non potrebbe essere altrimenti. Un'allerta che arriva direttamente dal Ministero della Salute, che nel suo sito non solo indica il numero verde 1500, a cui rivolgersi in caso di emergenze, ma offre consigli particolarmente utili a chi, non più giovanissimo o fin troppo giovane, e non del tutto sano, potrebbe risentire particolarmente le conseguenze delle alte temperature. In generale, infatti, i soggetti più a rischio sono gli anziani, i neonati e bambini, i malati cronici e chi pratica sport all'aperto.

ANZIANI — Il loro organismo non è in grado, a causa di una minore sensibilità al calore, di una riduzione dello stimolo della sete e di una minore efficienza di meccanismi della termoregolazione, di mantenere il giusto equilibrio idrico, né tantomeno di segnalare una sua compromissione, se non quando appare evidente con crampi, pallore, secchezza delle mucose, ipotensione anche a riposo, confusione mentale, e addirittura febbre e convulsioni. Ma tutto ciò si può facilmente evitare seguendo alcune semplici regole. Innanzitutto, è fondamentale mantenere la temperatura in casa sui 24°-26°. Se non si possiede un climatizzatore, il ventilatore, può tranquillamente farne le veci, tra l’altro con un deciso risparmio economico, ma evitiamo il getto d’aria diretto. Nelle ore centrali della giornata è preferibile schermare le finestre con tapparelle o semplicemente tende. Le uscite tra le 11 e le 18 sono assolutamente sconsigliate. Bere molta acqua, almeno un litro e mezzo, meglio due, mai ghiacciata, e consumare tanta frutta al naturale o sotto forma di frullati, spremute, frappé.

NEONATI E BAMBINI — Le precauzioni sono simili a quelle degli anziani, dal momento che simile è la minore capacità di termoregolazione, a cui si aggiunge l’impossibilità di potersi esprimere. Le precauzioni per gli over sono, quindi, valide anche per i super-under.

MALATI CRONICI — Cardiopatici e ipertesi, nonché diabetici possono avere serie conseguenze dalle alte temperature, se non mettono in atto alcune indispensabili precauzioni. I primi possono evidenziare improvvisi episodi di abbassamento della pressione arteriosa che possono causare anche perdita di coscienza, specie passando dalla posizione supina alla posizione eretta. Inoltre, il caldo può accrescere l’effetto di alcuni farmaci da loro abitualmente utilizzati. Un esempio su tutti: i diuretici. Il problema dei diabetici, specie se soffrono anche di neuropatia periferica, sta nell’elevato rischio di disidratazione, dovuto alla mancanza di sudorazione, inefficiente per via dell’interruzione dell’impulso diretto alle ghiandole sudoripare.

SPORTIVI — Amatoriali o professionisti, non ha importanza, entrambe le categorie, si presuppone composte da persone senza particolari patologie, se praticano attività nelle ore più calde, senza una sufficiente preparazione fisica e superando i limiti che il loro stato di forma consente loro, rischiano fortemente di disidratarsi e subire il classico colpo di calore.

IN CASO DI MALORE DA CALDO — Nell'attesa dei soccorsi bisogna, se possibile, trasportare la persona in un luogo fresco, raffreddare il corpo avvolgendolo in un lenzuolo bagnato o schizzandogli acqua, farla bere e, in caso di febbre, non dare farmaci antipiretici. I bambini affetti da diarrea e febbre sono più esposti al rischio di disidratazione e, dunque, devono bere molti liquidi. I cardiopatici e ipertesi nei mesi caldi devono effettuare più frequentemente il controllo della pressione arteriosa e richiedere il parere del medico curante per eventuali aggiustamenti della terapia. I diabetici, specie se anziani, devono aumentare la frequenza dei controlli glicemici, e assicurare un’adeguata idratazione, evitando bevande zuccherate e succhi di frutta. Gli sportivi, infine, devono alternare momenti di lavoro con pause prolungate in luoghi rinfrescati. Indispensabile idratarsi abbondantemente prima, durante e dopo l’impegno fisico.

(Fonte: Ministero della Salute)
lunedì 11 luglio 2011

Sarcopenia. Qual è il significato di questa parola...


Quando si parla di anziani si sente nominare spesso l’osteoporosi (progressivo indebolimento della struttura ossea), ma di sarcopenia non si sente mai parlare, anche se sembra sarà la sindrome contro la quale si dovrà combattere nel prossimo futuro, per consentire alla popolazione anziana (ma non solo, visto che tutti prima o poi invecchiamo) di aggiungere “vita agli anni” e non solo “anni alla vita”.



La sarcopenia è il declino neuro-motorio dell’organismo durante l’invecchiamento, dovuto alla perdita della massa muscolare e della relativa forza propulsiva. La sarcopenia inizia a comparire intorno ai 40 anni, per far perdere il 3-5% del muscolo entro i 50 anni dopo di che si continua perdere muscolo e forza al ritmo del 1-2% ogni anno. Un trend che in molti soggetti porta a dimezzare il patrimonio muscolare entro i 75 anni di età.



La sarcopenia ha profonde ripercussioni sulle capacità motorie e sul livello di attività fisica delle persone ed è direttamente collegata all’autonomia di movimento dell’anziano. In presenza di sarcopenia l’equilibrio diviene instabile, si diventa incapaci di salire e scendere le scale o portare a casa la spesa, la frequenza del passo è fortemente ridotta. Nell’anziano la sarcopenia contribuisce ad aumentare il rischio di cadute e di fratture. Ma come si contrasta la sarcopenia? Non servono farmaci, ma la decadenza motoria può essere combattuta combinando uno stile di vita idoneo e alcuni accorgimenti nutrizionali. Purtroppo ancora oggi a molti soggetti anziani, viene consigliata un’attività fisica che trova come sua massima espressione 30 min di passeggiata. Ma ormai da alcuni anni in molti paesi le autorità sanitarie consigliano programmi di allenamento di forza anche per i soggetti anziani.



Il muscolo trae mantiene la sua struttura e la sua forza, se lo si impegna in sforzi commisurati, ma che obbligano il muscolo stesso a “lavorare” spostando pesi. Lo stimolo al mantenimento della struttura muscolare, attraverso un sano lavoro di forza trova il suo completamento anche con un idoneo apporto nutrizionale di proteine in quantità, qualità, ma soprattutto nella loro distribuzione giornaliera.


La sintesi proteica muscolare nell’anziano può essere mantenuta approssimativamente quella che si verifica nei giovani se si combina esercizio fisico di forza e introduzione proteica ad alto valore biologico (proteine ricche di aminoacidi essenziali). Un accorgimento dietetico interessante è quello che si definisce “pulse diet”, cioè senza aumentare acriticamente la quantità di proteine da introdurre giornalmente con la dieta (1-1.1 g di proteine per kg di peso corporeo), diventa importante concentrare le proteine in 1-2 pasti piuttosto che disperderle in piccole quantità fra varie assunzioni di cibo durante la giornata.

Una porzione di proteine alimentari (120 gr di carne magra) contengono circa 25 g di proteine; 6 g di aminoacidi essenziali di cui 2,5 gr di Leucina (un aminoacido essenziale fondamentale nella sintesi proteica muscolare) capace di aumentare la sintesi proteica del 50% negli anziani.
Ma ben tutti sappiamo che troppe proteine animali sono dannose per il nostro organismo, ecco perché su consiglio del Dott. Luigi Gratton (vice presidente del NAB Herbalife) è meglio assumere proteine vegetali, come quelle della soia, del riso, dei piselli o del sesamo. Iniziare la giornata con un Frullato Proteico Herbalife ci garantisce 25/30g di proteine buone che ci permettono di raggiungere il fabbisogno medio giornaliero (75g per le donne e 100g per gli uomini, ore gli sportivi dovete aggiungere almeno altri 25g), in questo modo la nostra massa magra (i muscoli) si accrescerà giorno dopo giorno.

Abbiamo 250 milioni di fibre muscolari, tutte collegate al cervello, preservare la loro usura con l'esercizio fisico e il giusto apporto proteico è molto importante, soprattutto se siete già oltre i 50 anni, ma sapete … prevenire è meglio.
E ricordatevi che invecchiamo per il 30% in base ai geni, il restante 70% dipende da quello che manchiamo e dall'esercizio fisico che facciamo, e tu vuoi invecchiare bene?



Accorgimenti nutrizionali e di attività fisica, sopra ricordati aprono prospettive di prevenzione sanitaria con ricadute positive nella riduzione dei costi sociali di ospedalizzazione di un numero sempre maggiore di persone che naturalmente raggiungeranno età molto elevate.

E ricorda, iniziare la giornata con una colazione equilibrata e proteica è il miglior modo di trattare bene il nostro corpo.

Blogger Markus
giovedì 7 luglio 2011

Pesce anti-infortunistico


Ricchi di Omega-3, salmone, sardine e sgombro contribuiscono a prevenire infiammazioni ai tendini, strappi muscolari, problemi a legamenti e articolazioni. Ma occorre mangiarne tre porzioni a settimana.

Si parla tanto degli infortuni che colpiscono i calciatori, ma anche atleti che praticano altri sport. Con l'alimentazione corretta, si può ridurre il rischio di farsi male?
Su alcuni infortuni non si può agire, ma su altri sì.

Per quali non si può ridurre il rischio?
Per gli infortuni da trauma diretto. Nel calcio, per esempio, quelli che derivano dal contrasto fra due giocatori.

Per quali invece è possibile diminuire la probabilità che avvengano?
Per esempio quelli da "microtrauma ripetuto", gli infortuni cioè che coinvolgono strutture continuamente sollecitate come i tendini, i legamenti e le articolazioni. Oppure per gli infortuni che, nel linguaggio da campo, vengono chiamati stiramenti o strappi muscolari.

Quali sono i cibi efficaci nel ridurre questi infortuni?
Quelli che diminuiscono l'infiammazione, che con l'allenamento tende ad aumentare. Ad esempio il pesce, che grazie al suo contenuto in acidi grassi Omega-3 è un potente antinfiammatorio.

Quanto pesce si deve mangiare per avere una protezione?
I pareri degli scienziati non sono concordi al riguardo. Alcuni parlano di almeno 3 porzioni a settimana, ma dipende anche dal tipo di pesce. Quelli d'allevamento, ad esempio, non contengono gli Omega-3, che invece si possono trovare nel salmone, soprattutto in quello selvatico, e nel pesce azzurro, come sardine e sgombro.

E se non si mangia pesce?
Si può prendere l'olio di pesce, liquido o in capsule.

Quali altri cibi riducono l'infiammazione?
L'olio extra vergine d'oliva, specie quello appena prodotto: contiene oleocantale, una molecola con una spiccata attività antinfiammatoria. Poi ci sono la verdura e la frutta.

Anche frutta e verdura combattono l'infiammazione?
Ci sono differenze notevoli fra un ortaggio e l'altro e tra un frutto e l'altro. Molto importanti sono i polifenoli, sostanze che spesso danno colore alla verdura e alla frutta.

Che effetti hanno?

Una volta entrate nell'organismo, hanno la capacità di indurre le cellule del corpo a produrre sostanze antinfiammatorie.

Ci sono invece cibi che aumentano il rischio di infortuni?
Salumi, carni grasse e tuorlo d'uovo: sono ricchi di acido arachidonico, che preso d'abitudine favorisce l'infiammazione.

di Enrico Arcelli
tratto da Sportweek n.24, inserto della Gazzetta dello Sport di sabato 25 giugno
lunedì 4 luglio 2011

La dieta estiva dei bambini

I consigli per fare bene

I ragazzi durante l'estate hanno un meccanismo di autoregolazione più funzionale rispetto a quello degli adulti. Ecco alcuni suggerimenti sull'alimentazione dei più giovani nei mesi caldi.

In estate si brucia meno energia per mantenere costante la temperatura corporea rispetto a quando fa freddo e, di conseguenza, l’organismo ha bisogno di assumere una quantità minore di calorie attraverso l’alimentazione. I piccoli, in particolare, hanno un meccanismo di autoregolazione più funzionale rispetto a quello degli adulti e, per questo motivo, quando fa caldo tendono a diventare inappetenti. Con grande preoccupazione dei loro genitori che spesso, sbagliando, commettono l’errore di insistere o addirittura forzarli a mandare giù qualche boccone in più. Un ottimo metodo per fare interpretare il cibo come una specie di punizione e rischiare di trasformare una fisiologica e temporanea svogliatezza estiva in un vero e proprio disturbo dell’alimentazione. E’ bene, quindi, imparare a rispettare le esigenze dei propri bambini, puntando su una dieta bilanciata, leggera e ricca di vitamine. E soprattutto, è fondamentale evitare la disidratazione dovuta ai liquidi e sali minerali persi con la sudorazione. Come? Tanta acqua, ma anche succhi di frutta, spremute, verdura e frutta. Per gestire il quotidiano bisogna tuttavia avere le idee chiare anche su altri aspetti del regime alimentare più corretto per un bambino che sta crescendo e che, nonostante le alte temperature, è abituato a consumare molte energie muovendosi e giocando.

Ecco dunque il vero e falso dell'alimentazione dei piccoli:

1. D’ESTATE NON SONO NECESSARI I 5 PASTI AL GIORNO — Falso. Una distribuzione equilibrata delle calorie è sempre utile per il mantenimento della salute. L’organismo umano, consuma continuamente energia, gli alimenti suddivisi in 5 pasti forniscono le sostanze necessarie per garantire il fabbisogno energetico e le necessità dei diversi organi senza incorrere in eccessi o in difetti. Importante tuttavia evitare il consumo di alimenti al di fuori di tali occasioni, promuovere e valorizzare la colazione sia come quantità che come qualità, imparare a scegliere gli alimenti più corretti per spuntini e merenda. A tale proposito è utile ricordare che lo spuntino del mattino deve prevedere il 5% di tutte le calorie necessarie ogni giorno e la merenda di metà pomeriggio il 10%. Gli alimenti consigliati, da variare settimanalmente sono: frutta di stagione o spremute; yogurt parzialmente scremato; pane integrale (ad esempio pane e olio o pane e pomodoro), fette biscottate, prodotti confezionati nutrizionalmente adeguati, gelato.

2. NON SI DEVE BERE TROPPO, PERCHÉ ALTRIMENTI SI SUDA — Falso. Bambini e adolescenti devono bere a volontà per poter reintegrare le perdite di liquidi. La disidratazione è sempre dietro l’angolo in quanto la specie umana, a differenza di quella animale non riesce, bevendo, a introdurre subito tutti i liquidi davvero necessari.

3. PER LA PRIMA COLAZIONE OCCORRE SEMPRE PRENDERE QUALCOSA DI CALDO — Falso. I ragazzi, soprattutto nelle giornate afose, rifiutano a colazione i cibi caldi come ad esempio il latte o il tè. Per evitare che la saltino è sufficiente proporre loro alimenti appetitosi e magari inediti. Bene yogurt, prosciutto e melone, succhi di frutta, latte freddo, eventualmente con cereali secchi.

4. PER LA MERENDA È SUFFICIENTE IL GELATO — Vero. Abbiamo detto che la merenda deve fornire il 10% di tutte le calorie necessarie ogni giorno, perciò 120 a due anni, 150 a quattro, 170 a sei, 200 da otto anni a dodici; ebbene, 100 grammi di gelato fiordilatte contengono 218 calorie, mentre quello alla frutta 165. Da tenere presente che il gelato fornisce oltre al giusto apporto calorico, anche elementi importanti per la crescita come proteine, calcio, fosforo, ferro e vitamine A, B1 e B12. Va bene sia quello artigianale che quello confezionato. Quindi nessun problema.

5. IL LATTE È DA PREFERIRE A UNA BIBITA ANALCOLICA — Falso e vero. Innanzitutto, il latte è un alimento e non una bevanda. Un alimento ricco per altro di importanti nutrienti. Detto ciò, non si può trascurare il fatto che molti bambini (circa il 5% nella popolazione bianca, ma sino al 50-80% nelle minoranze etniche) sono intolleranti al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte. La quantità di latte e latticini tale da determinare sintomi di intolleranza è molto variabile. Molti soggetti che hanno una ridotta attività intestinale della lattasi, l’enzima che scompone il lattosio in zuccheri più semplici, possono bere un bicchiere di latte senza alcun problema. Analogamente, i formaggi stagionati, che hanno un basso contenuto di lattosio, e i prodotti a base di latte fermentato, come lo yogurt, sono in genere ben tollerati. Inoltre, l’introduzione costante di cibi contenenti lattosio nell’ambito dei pasti induce un progressivo adattamento e la riduzione della quantità totale di lattosio ingerita in un solo pasto può migliorare la tolleranza negli individui sensibili.

6. D’ESTATE SI DEVE EVITARE DI MANGIARE PASTA E RISO — Falso. Pasta e riso sono alimenti completi che possono essere proposti ai bambini in molti modi in funzione dei loro gusti. La pasta rispetto al riso ha un contenuto calorico leggermente superiore, è più ricca di lipidi, proteine e fibre mentre è più povera di acqua e carboidrati. Occorre però precisare che il riso, pur avendo un contenuto proteico inferiore alla pasta, ha un indice chimico (il rapporto tra la quantità di un dato aminoacido in un grammo della proteina in esame e la quantità dello stesso aminoacido in un grammo della proteina di riferimento biologica che è l'uovo) superiore che lo rende sotto questo punto di vista equivalente, se non addirittura superiore alla pasta. Più è alto questo indice e maggiore sarà la percentuale di aminoacidi essenziali. Il riso è anche più digeribile poiché l'amido di riso è composto da granuli di dimensioni inferiori ed è povero di amilosio: necessita solamente di 1 o 2 ore di attività gastrica contro le 3 o 4 ore della pasta.

7. SE SI FA ATTIVITÀ FISICA NON SI DEVE BERE TROPPO — Falso. Quando l’esercizio fisico è intenso e soprattutto quando fa molto caldo si deve bere prima di iniziare e poi almeno ogni 20 minuti, senza aspettare di avere sete.

8. CON IL CALDO NON SI DEVE MANGIARE LA CARNE — Falso. Si dovrebbe mangiarla minimo tre volte la settimana, perciò, visto che quasi sempre non è molto gradita dai giovani, è bene sostituirla con altri alimenti ricchi di proteine come uova, formaggio e, specialmente se siamo al mare, pesce, che tra l’altro è un’ottima fonte di Omega-3, che aiutano lo sviluppo delle funzioni intellettive e del sistema immunitario.

9. I FRITTI D'ESTATE FANNO BENE — Vero. I fritti (si possono iniziare a far mangiare dal terzo anno di età) sebbene richiedano molto tempo per essere digeriti, e di conseguenza devono essere proposti con molta parsimonia, sono in genere molto appetitosi, quindi particolarmente indicati in questo periodo, in cui l’appetito lascia a desiderare. Un’unica indicazione: scegliere l’olio extravergine di oliva o di girasole, da usare una sola volta.

10. SONO NECESSARI FARMACI CHE STIMOLINO L'APPETITO — Falso. Non è necessario. L’inappetenza è provocata dal caldo, perciò basta aspettare che la temperatura si normalizzi e i ragazzi ritorneranno a mangiare come e più di prima. Il miglior sistema per stimolare l’appetito è quello di far svolgere attività fisica, perciò anche se fa caldo, vita all’aria aperta, sport e movimento in generale, e limitare al massimo tutte le attività sedentarie, prima fra tutte televisione e pc.

Articolo tratto da gazzetta.it (Con la collaborazione della Dott.ssa Elvira Verduci, Pediatra, Dottore di ricerca in nutrizione Clinica dell’Ospedale San Paolo di Milano)